Come definire una moltitudine corale di performer che agisce insieme sul palco? Branco? Stormo? Mandria? Gregge?
Nella speranza che i singoli individui instaurino relazioni sceniche che tendano alla cosiddetta “mente alveare”, credo che la forma a cui aspirare sia quella dello Sciame. Un gruppo coordinato e al contempo libero, duttile, versatile, preciso e (casomai servisse) potenzialmente letale.
Il Coro sul palcoscenico deve connettersi in quanto insieme di corpi, di menti, di anime che sia molto più della somma delle stesse; deve praticare l’ascolto, attivo e passivo; deve essere un Uno che è Tutto.
In questo primo approccio, getteremo le basi per apprendere ed esercitare delle buone pratiche sceniche, in un training che è anche scoperta, un ma ricerca degli altri che è indagine di noi stessi.